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MONDO

Resta alta la tensione nell'est del Paese

Ucraina, il ministro degli esteri russo Lavrov: "Mosca pronta a rispondere come in Georgia"

La Russia reagirà se i suoi interessi in Ucraina saranno attaccati, ha fatto sapere il ministro degli esteri russo, all'indomani della partenza del vicepresidente americano Biden da Kiev dopo una visita di due giorni. Biden ha ribadito il sostegno al governo ucraino e la richiesta alla Russia di ritirare le truppe al confine avvertendola che, altrimenti, rischia un "maggiore isolamento" e nuove sanzioni. E nell'est del Paese riparte l'operazione militare di Kiev contro i filorussi

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Ucraina (AP)
La Russia è pronta a rispondere alla crisi ucraina come ha già fatto in Georgia nel 2008 se i suoi interessi saranno attaccati. Lo ha affermato il ministro degli Esteri di Mosca, Serghiei Lavrov, in un'intervista. Nell'estate del 2008 si svolse una guerra di pochi giorni tra Russia e Georgia.  Il capo della diplomazia russa ha quindi sottolineato che le truppe di Mosca non hanno oltrepassato la frontiera con l'Ucraina, ma ha anche tuonato che "un attacco ai cittadini russi è un attacco alla Federazione russa".
Lavrov ha accusato inoltre gli Stati Uniti di guidare le scelte delle nuove autorità filo-occidentali di Kiev nella crisi ucraina. 

Il segretario di Stato Usa telefona a Lavrov
Dichiarazioni che arrivano dopo la nuova telefonata del segretario di Stato americano John Kerry a Lavrov, al quale ha espresso una forte preoccupazione per la mancanza di passi positivi da parte della Russia per allentare le tensioni nell'est dell'Ucraina. Kerry - ha reso noto il dipartimento di Stato - ha fatto appello a Mosca affinché calmi la propria retorica e si impegni sul piano diplomatico con il governo di Kiev e con l'Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa). Il segretario ha inoltre chiesto alla Russia di spingere coloro che stanno occupando i palazzi governativi al disarmo e a ritirarsi in cambio dell'amnistia.
Kerry ha avuto un colloquio telefonico anche col premier ucraino Arseni Iatseniuk, elogiandolo per i progressi compiuti da Kiev sul fronte della legge sull'amnistia in favore dei ribelli filorussi.
 
Resta alta la tensione nell’Ucraina dell’est         
Intanto resta alta la tensione nell'est dell'Ucraina. Kiev. Il presidente ad interim Oleksandr Turcynov ha ordinato la ripresa dell'operazione militare contro i filorussi, dopo la tregua di Pasqua, macchiata tuttavia da una sparatoria con almeno 3 insorti uccisi.
Turchynov  ha spiegato che questa è la risposta al ritrovamento a Slavyansk, nella regione di Donetsk, dei cadaveri di "due persone brutalmente torturate", di cui una è stata identificata con uno scomparso consigliere comunale locale. Turchynov ha dichiarato che "questi crimini sono stati commessi con il pieno sostegno e la connivenza della Russia".

Un aereo militare ucraino colpito dai filorussi
L'annuncio della ripresa delle operazioni nell’est è arrivato poco dopo che il ministero della Difesa di Kiev ha diffuso la notizia di un aereo militare ucraino colpito dai filorussi con "diversi proiettili" mentre compiva "un volo di ricognizione" a Sloviansk.
I separatisti filo-russi che controllano, oltre Slaviansk, diverse altre città nelle regioni orientali finora non hanno rispettato l'accordo raggiunto a Ginevra il 17 aprile tra Russia, Usa, Ue e Kiev, che li obbliga a deporre le armi e abbandonare gli edifici pubblici occupati. Accordo al quale, hanno fatto sapere, non si sentono vincolati.
 
La visita a Kiev del vicepresidente americano Biden

Il fuoco contro l’aereo militare ucraino sarebbe stato aperto poche ore dopo che il vicepresidente Usa Joe Biden ha lasciato Kiev al termine di una visita di due giorni, in cui ha ribadito il sostegno al governo ucraino e la richiesta alla Russia di ritirare le truppe al confine avvertendola che, altrimenti, rischia un "maggiore isolamento" e anche nuove sanzioni.
Nella conferenza stampa dopo il colloquio con il premier Arseni Yatseniuk, i toni di Biden sono stati fermi: "È ora che la Russia smetta di parlare e cominci a passare all'azione per rispettare gli accordi di Ginevra" ha incalzato Biden, chiedendo a Mosca di "convincere i separatisti filo-russi" a deporre le armi e ad abbandonare gli edifici occupati nelle città del sud-est.
Biden ha assicurato che gli Usa restano a fianco di Kiev che si trova a fronteggiare "umilianti minacce". Il vice di Obama ha lanciato un'ulteriore sfida al Cremlino dichiarando che la Casa Bianca è pronta ad "assistere" l'Ucraina anche rendendola meno dipendente dal gas russo. Biden ha inoltre annunciato che per facilitare l’introduzione di riforme politiche ed economiche in Ucraina gli Usa stanziano altri 50 milioni di dollari.
 
Le sanzioni Ue
A Bruxelles intanto, otto giorni dopo la decisione del Consiglio Ue di allungare la lista delle persone colpite da sanzioni per l'annessione della Crimea, i lavori sono ancora in corso. Il portavoce dell'alto rappresentante per la politica estera Ue Catherine Ashton, ha spiegato che "la preparazione delle sanzioni" "richiede tempo" e "dipende da come evolve la situazione sul terreno". In questa fase le sanzioni consistono nel congelamento dei beni e nel blocco dei visti per viaggiare in Europa.
 
La replica di Mosca
La replica di Mosca non si fa attendere: lo scambio di "liste nere" tra Occidente e Mosca porta in un "vicolo cieco", ma in ogni caso siamo "pronti" ad affrontare le sanzioni occidentali e "non permetteremo che i nostri cittadini diventino ostaggio di giochi politici" ha spiegato il premier Dmitry Medvedev, che ha anche indicato in 180 miliardi di euro l'ammontare degli aiuti russi all'Ucraina nel dopo-Urss.
 
Il Pentagono invia forze militari nell’Europa dell’est
C'è poi il fronte militare. Il Pentagono ha annunciato l'invio di 600 soldati tra Polonia, Lituania, Estonia e Lettonia ufficialmente per esercitazioni. Varsavia da sola ne aveva chiesto almeno 10.000. Gli Usa hanno già schierato in Polonia 12 caccia-bombardieri F-16, aerei da trasporto e radar volanti Awacs oltre a 300 avieri. In Lituania ci sono 10 caccia F-15. 
 
Violato il profilo Facebook del giornalista americano rapito
Poche ore dopo la notizia del fermo del giornalista americano di origine russa Simon Ostrovsky da parte delle milizie filorusse nell'est dell'Ucraina, il suo profilo Facebook è stato violato. Martedì, in una conferenza stampa, era stato Viacheslav Ponomaryov, l'autoproclamato sindaco separatista di Slaviansk, a riferire che i suoi uomini avevano trattenuto un reporter americano, di cui non aveva però fatto il nome. La redazione di Vice News, per la quale il giornalista lavora, ha scritto di "essere a conoscenza della situazione e in contatto con il Dipartimento di Stato americano e altre autorità governative per assicurare l'integrità e la sicurezza dell'amico e collega Simon Ostrovsky". Cittadino americano, di origine russa, Ostrovsky ha lavorato in passato per Afp, Bbc, Msnbc e Al Jazeera. Stava seguendo la crisi ucraina da settimane. I suoi ultimi tweet risalgono a lunedì 21 aprile e riportano "minacce" rivolte dall'autoproclamato sindaco di Slaviansk ai giornalisti presenti, accusati di porre domande "provocatorie".