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MONDO

Secondo un quotidiano arabo le ragazze starebbero bene

Guardian: "Italiane nelle mani dell'ISIS". Nuovi raid americani sull'Iraq

Al Quds al-Arabi cita una fonte della "sicurezza" del gruppo di ribelli islamici 'Ahrar Sham: le due italiane potrebbero essere Greta Ramelli e Vanessa Marzullo'. Il Guardian: "Le ragazze italiane nelle mani dell'Isis"

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Greta Ramelli e Vanessa Marzullo
Vanessa Marzullo e Greta Ramelli "stanno bene". Lo scrive il quotidiano panarabo al-Quds al-Arabi in un articolo del 19 agosto sulle due italiane rapite in Siria, quindi prima che che il Guardian rivelasse della presenza di due italiane tra i quattro stranieri sequestrati da militanti dello Stato Islamico, vicino Aleppo. Gli altri due sarebbero un giapponese e un danese.

Usa: "Strategia a lungo termine"
Intanto continuano gli attacchi delle forze Usa in Iraq contro le postazioni lo Stato Islamico: sono stati colpiti 6 obiettivi presso la diga di Mosul. Bombardieri e droni hanno poi colpito sei Humvee, veicoli per la realizzazione di bombe artigianali. Nella serata di giovedì, il segretario alla DifesaUsa ha assicurato: "Quella in Iraq è una strategia a lungo termine e il coinvolgimento degli Usa non è finito", ha detto Chuck Hagel. Inoltre gli Stati Uniti si aspettano che i miliziani dell'Isis "si riuniscano di nuovo e tentino nuovi attacchi".

"Catturato uno dei rapitori"
Quanto al caso dei rapiti, Al-Quds al-Arabi cita una fonte della "sicurezza" del gruppo di ribelli islamici 'Ahrar Sham' nella periferia di Idlib, secondo cui sarebbe stato catturato "uno dei rapitori delle ragazze italiane" ed è "possibile che nelle prossime ore" il gruppo liberi "le ragazze dai rapitori". Stando alla fonte del giornale panarabo, uno dei rapitori "è stato arrestato vicino alla cittadina di Sarmada, al confine con la Turchia" e il gruppo 'Ahrar Sham' "ha scoperto che negoziava con le autorità italiane con contatti telefonici per ottenere un riscatto". "Le due ragazze erano sotto la protezione di una brigata dell'opposizione siriana e i rapitori erano due membri di quella stessa brigata che proteggeva le ragazze", ha detto la fonte.

Oltre 20 sequestrati dall'Is
I sequestri porterebbero a oltre 20 il numero degli stranieri in mano ai terroristi islamici. Sarebbero giornalisti, fotografi o operatori umanitari che dopo il rapimento sarebbero stati trasferiti a Raqqa. Il quotidiano osserva che i rapimenti si sono dimostrati un buon business per i militanti islamici dal momento che negli ultimi sei mesi almeno dieci ostaggi tra cui un danese, tre francesi e due spagnoli sono stati liberati dopo lunghi negoziati con i rapitori che avevano chiesto in cambio un riscatto.  

Chiesto il riscatto per Foley
Intanto il Washington Post scrive che gli islamisti avevano chiesto un riscatto da 100 milioni di euro per James Foley, con una mail inviata ai suoi genitori. Soldi che però che l'amministrazione americana si è rifiutata di pagare. Inolte gli americani avevano tentato di liberare all'inizio dell'estate James Foley e altri ostaggi che erano con il reporter. 




L'operazione, riferisce il Pentagono, "fu autorizzata all'inizio di questa estate" e vide anche il ferimento di un soldato a stelle e strisce nel corso di un violentissimo combattimento con elementi dello Stato islamico, che oltre a Foley ha in mano anche Steven Sotloff, un altro reporter che compare nel raccapricciante video della decapitazione di Foley. Gli Stati Uniti, intanto, mirano ad aprire una base militare a Erbil, nella regione autonoma del Kurdistan iracheno: lo riferisce una fonte militare curda, secondo la quale la base dovrebbe servire a monitorare la situazione militare e di sicurezza in Iraq.

Il ruolo dell'Iran 
L'Iran, intanto, il cui intervento in Iraq è stato invocato da più parti, ha annunciato di essere pronta a far la sua parte parte nella lotta contro gli jihadisti sunniti dello Stato Islamico in Iraq ma solo se l'Occidente "revocherà tutte le sanzioni" adottate "per il programma nucleare" di Teheran. Questa la condizione posta esplicitamente dal ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif.