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MONDO

L'indiscrezione

Grecia, il NYT: "Fmi concorda con Atene sul debito". E Varoufakis retwitta

Per il Fondo monetario internazionale alla Grecia servono 50 miliardi

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Il ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, ha subito rilanciato oggi sul proprio account Twitter l'articolo in cui il New York Times afferma che "Il Fondo monetario internazionale concorda con Atene" sulla necessità di nuovi fondi per un ritorno alla sostenibilità del debito, dopo che ieri l'istituzione di Washington ha ammesso che alla Grecia servono 50 miliardi entro il 2018. "Il Fmi, grande creditore greco, ha riconosciuto un punto che da tempo viene sollevato da Atene: senza una riduzione del carico debitorio da capogiro del Paese, la Grecia ha poche speranze di una ripresa economica sostenuta - ha scritto oggi il Nyt - si tratta di un'ammissione importante, e di un'indicazione del fatto che se o quando riprenderanno i negoziati per il salvataggio, la Grecia potrebbe ottenere una ristrutturazione del suo debito da 300 miliardi di euro (330 miliardi di dollari)".

Secondo il quotidiano americano, le tattiche adottate dal premier greco Alexis Tsipras nei negoziati degli ultimi sei mesi hanno sempre puntato a ottenere una riduzione del debito, definito da Varoufakis "insostenibile". Il Nyt ricorda anche che, ancor prima che Syriza arrivasse al potere, molti economisti, così come alcuni leader europei, avevano riconosciuto l'impossibilità per Atene di ripagare la "sua montagna di debito"; e lo stesso Fmi aveva invitato i governi europei a cancellare parte del debito.

Un alto funzionario del Fmi interpellato ieri dalla stampa ha ammesso che la Grecia ha bisogno di "spazio per respirare", ma che questo avverrà solo se Atene e i governi europei prenderanno decisioni difficili: "Noi stiamo chiedendo alla Grecia di fare cose molto difficili, ma lo stiamo chiedendo anche agli europei". Anche durante i colloqui della scorsa settimana a Bruxelles, il direttore del Fmi Christine Lagarde aveva di fatto condiviso il giudizio sulla "insostenibilità del debito" sostenuto da Varoufakis nel dialogo con i colleghi dell'eurogruppo, stando alla ricostruzione pubblicata oggi sempre dal Nyt, basata su quanto raccontato da partecipanti e da persone informate su quanto accaduto. Un giudizio, quello di Lagarde, non preso però in considerazione dai governi Ue, secondo il Nyt, che giovedì 25 giugno avrebbero posto la Grecia nella posizione di "prendere o lasciare".

Nella notte tra giovedì e venerdì scorsi, Tsipras avrebbe quindi chiamato Angela Merkel per convincerla ad approvare misure di ristrutturazione del debito, consapevole del fatto che il parlamento greco non avrebbe mai approvato le condizioni poste dai creditori su Iva e pensioni se non accompagnate da flessibità sul debito, ottenendo però dalla cancelliera redesca l'ennesimo rifiuto. Così, conclude il Nyt, venerdì mattina il premier greco avrebbe deciso di tornare ad Atene e indire un referendum.