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POLITICA

L'intervista

Renzi: "Giù le tasse per le famiglie e via il segreto su Piazza Fontana, Italicus e Bologna"

Il premier indica il percorso del governo che, si dice sicuro, "durerà sino al 2018". Riforma della giustizia e del fisco, basta burocrazia, lotta all'evasione e via il segreto di Stato sulle stragi. E su Grillo: "Prima diceva che eravamo il governo delle banche, ora va a braccetto con l'Abi"

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Matteo Renzi
Abbassare le tasse alle famiglie, riformare la giustizia, eliminare o quasi la burocrazia e togliere il segreto di Stato su alcune delle pagine più buie della storia repubblicana. Il premier Matteo Renzi, in un’intervista a La Repubblica, indica i prossimi passi che il suo esecutivo intende fare. Una vera rivoluzione, quella che ha in mente Renzi, che in molti prima di lui non sono riusciti a realizzare. Ma l’ex sindaco di Firenze, come suo solito, sfoggia sicurezza.

Meno tasse per le famiglie
“Già nella delega – illustra il premier -, vorrei provare ad entrare in una nuova logica. Negli 80 euro che noi daremo da maggio, c’è un elemento di debolezza. Ottanta euro dati ad un single hanno un impatto diverso rispetto ad un padre di famiglia monoreddito con 4 figli. Dobbiamo porci questo problema. Ne discuteremo con gli esperti e con la maggioranza. Ma l’Italia non si può permettere il lusso di trattare male chi fa figli. Abbiamo messo la cornice del puzzle, per i tasselli abbiamo bisogno di qualche settimana. Ma la rivoluzione è appena iniziata, gli 80 euro (e l’Irap) sono l’antipasto. E mi fa ridere chi mi accusa di aver approvato quest’ultimo decreto per motivi elettorali. I soldi nelle buste paga degli italiani, arrivano dopo le elezioni, non prima. In ogni caso, la delega serve per cambiare il nostro Fisco ma – so che qualcuno si stupirà – la priorità non è il semplice abbassamento delle imposte. La priorità fiscale è semplificare il sistema. Manderemo a casa di 32 milioni di italiani un modulo precompilato e con un clic faranno la dichiarazione dei redditi. Non è pensabile che per pagare le tasse ci voglia un esperto”.
 
Le coperture del dl Irpef
“Siamo stati molto rigorosi. Merito di Padoan e Delrio aver seguito una linea prudenziale. Abbiamo abbassato la stima di crescita del Pil dall’1,1 del precedente governo allo 08,%. Se non lo avessimo fatto avremmo avuto 5 miliardi in più”.
 
I malumori delle banche
“Pagano le stesse tasse di tutti gli altri italiani, il 26%. Chiediamo solo di pagare le tasse come tutti. Nessuna crociata demagogica: io so che la banche sono importanti. Ma le regole valgono per tutti: non c’è qualcuno più uguale degli altri. Noi andiamo avanti ma per rendere tutto attuabile abbiamo bisogno di una condizione preliminare”.
 
Basta burocrazie
“Entro un anno – annuncia Renzi - daremo una ‘identità digitale’ a tutti. Per capirci: daremo un pin a ogni italiano e userà quel codice per entrare in tutti gli uffici della pubblica amministrazione restando a casa. Tutti gli enti avranno un unico riferimento. Gli italiani non dovranno più fare file al comune o in circoscrizione o in un ministero per risolvere questioni banali. Cerco di spiegarmi con una metafora. È come se oggi funzionasse così: ciascuna amministrazione parla una lingua diversa e il cittadino deve pagare i costi di traduzione. Noi costringeremo tutti a parlare con una lingua sola. Con quel pin potranno pagare le multe o le tasse, prenotare una vista all’Asl o disbrigare le pratiche della giustizia. Non si dovrà più perdere la testa dietro i burocrati”.
 
Via il segreto sulle stragi
“Vorrei introdurre il principio della ‘total disclosure’ – spiega il premier -. Venerdì al Cisr (il Comitato per la sicurezza nazionale) accogliendo un suggerimento del sottosegretario Minniti e dell’ambasciatore Massolo, responsabile del Dis, abbiamo deciso di desecretare gli atti delle principale vicende che hanno colpito il nostro Paese e trasferirli all’Archivio di Stato. Per essere chiari: tutti i documenti delle stragi di Piazza Fontana, dell’Italicus o della bomba di Bologna. Lo faremo nelle prossime settimane”.
 
Lotta all’evasione
“Serve la volontà politica. Ci si riesce se c’è la voglia di incrociare i dati, perseguire i colpevoli. Altrimenti si cade come spesso accade in Italia nel ‘benaltrismo’. Lo spazio per contrastare l’evasione è ampio. Serve un uso massiccio della tecnologia. Naturalmente chi imbroglia e froda deve essere punito – dice Renzi -. Anche pesantemente. Ma per il resto l’Agenzia deve aiutare, deve essere un amico. La lotta all’evasione non si fa con i controlli spettacolari sul Ponte Vecchio. Siamo nel 2014. Lo Stato, se vuole, sa tutto di tutti”.
 
Riforma della giustizia
“A giugno, dopo le elezioni, ascolteremo tutti e la faremo con la massima serietà – spiega l’ex rottamatore -. Lo spread che ci divide su questo versante con gli altri paesi è enorme. Iniziamo allora con il processo civile telematico. Poi il processo penale, senza interventi ad personam che hanno segnato la sconfitta della politica in questi anni. C’è anche la giustizia amministrativa. Il sistema dei Tar non funziona come dovrebbe. Dobbiamo fare un riflessione anche su questo”.
E sugli stipendi dei magistrati il cui annunciato taglio ha scatenato i malumori dell’Anm, il premier dice: “Stimo e rispetto la stragrande maggioranza dei magistrati. Sono dei servitori dello Stato, spesso straordinari. Ma continuo a non capire perché in fase di discussione di una legge, alcuni di loro debbano intervenire con un tono superficiale e minaccioso. Se vale il principio sacrosanto per cui le sentenze si rispettano e non si commentano, con quale logica loro intervengono sulla formazione delle leggi? Mi hanno detto: guai ad attaccare i magistrati. Infatti non li attacco. Ma difendo il mio governo e la dignità dei dipendenti pubblici”.
 
Grillo “fa ridere sempre”
“E’ divertente come un tempo. Fino a una settimana fa mi accusava di essere il governo della banche e oggi le sue dichiarazioni sono andate a braccetto con quelle dell’Abi. Fino a una settimana fa mi accusava di aver fatto inciuci con Berlusconi e oggi ripete le cose che dice Forza Italia. Lui urla, noi ragioniamo. Lui punta sulla rabbia,noi sulla speranza”.
  
Elezioni nel 2018
“Questa legislatura durerà fino al 2018 – afferma convinto il premier che, per le sue riforme, ha indubbiamente bisogno di tempo -. Ci scommetto”. E anche Silvio Berlsuconi, a sentire Renzi, ne sarebbe consapevole. “Forse non in pubblico, ma secondo me lo sa anche lui. In ogni caso nel nostro Paese sta tornando la speranza. Adesso se riusciamo a sbloccare l’incantesimo, accadrà una cosa straordinaria: in Europa torna l’Italia autorevole e combattiva. A quel punto, le assicuro, ci divertiremo”.